Val Mazia - Punta Saldura e Palla Bianca
28 aprile 2014
Postato da Pietro in Scialpinismo - Alpi Venoste
Prima esplorazione in questa valle così bella ma così lontana. Trascorsa la notte in furgone, la mattina scopriamo che il limite della neve sui pendii esposti a sud e davvero troppo alto e così rinunciamo a programmi più ambiziosi e puntiamo a raggiungere la Val Senales attraverso la Punta Saldura. Portiamo gli sci per oltre mezz'ora fin quando l'itinerario non abbandona il fondovalle per risalire un ripido canalone. Terminato quest'ultimo si sale per bei valloni lungo un percorso molto vario fino al passo sotto alla Punta Saldura, che rinunciamo a salire a causa dell'ora e della quantità di neve ancora da trasformare. Discesa verso Masocorto in Val Senales non senza una pausa alla baita Lazaun per un bel piatto di spiegeleier.
A Masocorto mentre aspettiamo in voliera di "fare" il biglietto per la funivia incontriamo Claudio e Fede di ritorno dal ghiacciaio. Beviamo qualcosa in compagnia e poi su con la funivia fino al rifugio Bellavista, dove fortunatamente troviamo posto per la notte.
La mattina il meteo incerto ci fa perdere un po' di tempo prima di partire. Finalmente pare aprirsi un attimo e ci incamminiamo sulla via per la Palla Bianca verso la Punta della Vedretta. Quando la raggiungiamo però le nebbie sono ancora fitte e aspettiamo oltre mezz'ora nel dubbio se procedere o se tornare sui nostri passi. Quando stiamo per rinunciare le nebbie si alzano un attimo e ci consentono di vedere la discesa che ci aspetta verso il fondo del ghiacciaio in Austria. Decidiamo di provare: male che vada torneremo a Masocorto dalle piste da sci ed in val Mazia con mezzi di fortuna.
In realtà il meteo ci assiste fino alla cima della Palla Bianca, che raggiungiamo verso le 11. Non c'è però molto tempo da perdere: le previsioni dicono acqua per il pomeriggio e ci aspetta una discesa per un percorso a noi sconosciuto. Questa si rivela migliore delle aspettative: il ghiacciaio è un biliardo, la neve non ha mollato ma non è neanche troppo dura. Studiando la cartina decidiamo di lasciare la discesa tradizionale per percorrere un canale che sembra ricevere meno sole (esposizione nord-ovest) e la scelta si rivela azzeccata. Sfruttiamo le ultime lingue di neve fino a circa quota 2300, dove ci tocca togliere gli sci ed incamminarci per l'ultima oretta di discesa a piedi.
Gran bel giro, da ripetere sicuramente magari un mesetto prima con un innevamento un po' più abbondante in basso.
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